Un prodotto senza glutine è formulato specificatamente per celiaci o persone intolleranti al glutine. Il claim ‘gluten free’ diventa obbligatorio per prodotti inseriti nel Registro nazionale degli alimenti senza glutine, erogabili dal SSN ai celiaci. Sempre più persone risultano celiache o intolleranti al glutine: si stima un incremento annuo di circa il 10% (circa 2.800 nuovi celiaci) Che cosa significa la certificazione gluten free?
Ce ne parla Sistemi & Consulenze, https://www.sistemieconsulenze.it/certificazioni-alimentari/, che opera per svariate filiere alimentari erogando servizi di consulenza, formazione ed audit in ambito della certificazione alimentare.
La certificazione Gluten Free si tratta di attestazione che evidenzia l’assenza o presenza fino a certi livelli di glutine nei cibi.
Per essere definito gluten free, un alimento deve contenere una quantità di glutine inferiore ai 20 ppm (20 parti per milione) ovvero una concentrazione di 20 mg di glutine su 1 kg di alimento. Tale soglia limite è stata individuata da studi scientifici e, di conseguenza, adottata dalle legislazioni a livello internazionale.
Ottenere la certificazione gluten free significa per un’azienda garantire l’assenza di glutine e cereali contenenti glutine nonché l’assenza di tracce, potenziali fonti di contaminazioni lungo tutto il processo produttivo. Questa certificazione permette alle organizzazioni di aprirsi a nuovi mercati.
Cosa significa la certificazione gluten free e perché è richiesta dalle aziende
A dispetto di quanto si pensi, basta rispettare i requisiti del Reg CE 828/14 per garantire l’assenza di glutine nel prodotto. E’ anche vero, però, che la certificazione gluten free dà valore aggiunto al brand ed è sempre più richiesta dalle catene della GDO e dai retailer.
Si integra perfettamente ai requisiti degli standard di certificazione alimentare, alle norme BRC e IFS.
L’etichetta si applica ai prodotti con contenuto di glutine inferiore ai 10 ppm (10 mg/kg), quindi la metà rispetto ai requisiti di legge di 20 ppm (Reg CE N. 41/2009). Assicura non solo l’assenza del glutine dal prodotto finito ma che non ci sia stata alcuna contaminazione lungo tutto il processo produttivo. La certificazione volontaria contrassegnata dal logo con la spiga barrata rappresenta un ulteriore impegno da parte del produttore, maggiore sicurezza.
E’ una garanzia in più per i consumatori celiaci che dà valore aggiunto ai prodotti dell’azienda certificata. Dimostra la due diligence nella gestione del claim e viene applicata sia ai prodotti sia alle imprese di ristorazione.
Cos’è la celiachia? Gli effetti dannosi del glutine sui celiaci
La celiachia è un’infiammazione cronica dell’intestino tenue causata dal consumo di glutine da parte di soggetti non in grado di digerire questa sostanza. L’unica terapia possibile per i celiaci è acquistare prodotti certificati gluten free.
Circa un quarto della popolazione segue una dieta senza glutine, seppure soltanto la metà soffra effettivamente di problemi legati alla celiachia ed all’intolleranza al glutine.
Il contenuto di glutine si trova naturalmente in cereali come grano (pane e pasta consumati comunemente), orzo, segale, farro, kamut.
Il glutine si può trovare in molti cibi (in particolare, la polverina che ricopre i salami, formaggi fusi, minestre pronte, dadi, cibi precotti) ed il rischio di contaminazione accidentale nei processi di lavorazione è alto.
Annualmente, l’AIC (Associazione Italiana Celiachia) pubblica un prontuario, una lista di prodotti che, dopo essere stati valutati, vengono considerati idonei al consumo da parte dei celiaci.
Certificazione gluten free: vantaggi
Un’azienda certificata gluten free ottiene diversi vantaggi:
- fornire garanzie ai clienti celiaci e intolleranti al glutine;
- dimostrare la due diligence;
- supportare oggettivamente la dichiarazione ‘gluten free’ verificata da un ente terzo comunicandola direttamente ai consumatori;
- assicurare processi di prevenzione di un eventuale cross contact tra prodotti senza glutine e convenzionali;
- differenziarsi dagli altri brand aprendosi al mercato per celiaci.
Certificazione senza glutine: requisiti
Un’azienda che intende certificarsi ‘gluten free’ deve, innanzitutto, implementare un sistema di gestione ad hoc.
Dovrà necessariamente fare un’analisi del rischio considerando diversi fattori:
- qualifica dei fornitori per la presenza di glutine nelle materie prime;
- rischio di contaminazione dei prodotti in tutte le fasi di produzione;
- presenza e cross-contaminazione da glutine;
- test analitici di controllo dei prodotti;
- adeguata formazione del personale;
- etichettatura, struttura e posizione del sito, autorizzazioni;
- gestione dei prodotti non conformi e delle situazioni di crisi;
- identificazione e valutazione di materie prime, prodotti e semilavorati;
- programma di produzione, piano campionamento;
- sistema di tracciabilità;
- verifiche di audit, conformità da verificare ogni anno.
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